Calogero Condello
Calogero Condello nasce a Palma di Montechiaro (AG) e avvia la sua carriera artistica negli anni ‘70 con mostre in Sicilia. Nel 1978 si trasferisce a Firenze per diplomarsi in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti, città che segna profondamente il suo sviluppo artistico, ispirandolo con la grande tradizione rinascimentale.
Durante il periodo fiorentino (1978-1982), partecipa a numerose collettive presso il Circolo degli Artisti e vince diversi premi, tra cui il primo premio alla IV Rassegna Arte Arfoli e alla mostra San Clemente.
Dal 1984 al 2002, Condello si dedica principalmente a opere di carattere religioso e pubblico, ottenendo riconoscimenti in vari comuni siciliani. Nel 1988 si trasferisce a Udine per insegnare al Liceo artistico “G. Sello”, partecipando a numerose mostre e fiere d’arte locali. Negli anni ‘90 espone anche all’estero, in particolare nella Repubblica Ceca, e inizia a sperimentare nuove forme artistiche, come le “Astratte affabulazioni”.
La sua opera “Genesi di un cavallo fuggito dalla pietra” è un esempio di come l’artista combini la fantasia con la realtà, creando sculture che sfidano la percezione tradizionale della materia. La sua arte si evolve ulteriormente nel corso degli anni ‘90, come evidenziato in opere come “Dilaniata”, che esplora temi come la guerra e la denuncia ambientale.
Nel 1994, Condello sviluppa il concetto di “Mistero di un dialogo”, in cui l’arte trascende le tradizionali categorie di pittura, scultura e poesia per diventare un’espressione universale, che coinvolge l’intero cosmo. La sua ricerca artistica si concentra sull’interazione tra l’uomo e la natura, evidenziata anche nelle sue installazioni degli anni 2000, come quelle presentate presso la Casa della Confraternita al Castello di Udine e Villa De Brandis.
Nel 2010, Condello fonda l’Associazione Culturale Play Art con l’obiettivo di diffondere la cultura artistica attraverso corsi ed esposizioni. Dal 2014 organizza una serie di mostre collettive e personali in collaborazione con comuni e musei, tra cui “Percezioni creative del tempo” a Tarcento e “NON SIAMO I SOLITI IGNOTI” a Udine.
Quest’ultima, curata da Sabrina Zannier, esplora il disagio sociale attraverso sculture che rappresentano giovani, metafore della ricerca di una rinascita esistenziale.
Condello continua a esporre regolarmente, organizzando mostre come “SOGNO O SON DESTO?” nel 2018 a Trieste, dove affronta il confine tra realtà e sogno, tra ragione e passione, sempre con l’intento di esplorare le verità nascoste dell’esistenza umana.